C’è qualcosa di deliziosamente assurdo – e quindi perfetto – nella Pasqua. Un coniglio che porta uova? Di cioccolato? In un nido di paglia? Non chiedere perché, chiedi solo “fondente o al latte?”. E lasciati incantare dalla poesia lieve di questa festa primaverile, fatta di simboli teneri e gesti semplici.
Il coniglio, con quei baffetti irrequieti e l’aria da eterno passeggero in fuga, è il protagonista inconsapevole di questa favola dolce: corre tra giardini e balconi, seminando uova decorate, promesse di rinascita e un pizzico di magia. Non è forse meraviglioso pensare che la primavera abbia le orecchie lunghe?
Poi ci sono loro, le uova. Simboli antichissimi di vita, ma anche autentici scrigni di sorprese. Soprattutto se contengono nocciole, praline, messaggi segreti o piccoli sogni incartati. Che tu le dipinga a mano, le cerchi tra i cespugli o le spacchi con foga infantile, l’uovo di Pasqua è sempre una promessa: dentro c’è qualcosa che aspetta solo di essere scoperto.
E così la Pasqua arriva, lieve ma scenografica, profumata di fiori e colombe zuccherate, con la sua estetica pastello e i brunch all’aria aperta. È una carezza al calendario, un invito gentile a rallentare e sorridere.
Perché in fondo – tra conigli in fuga, fiori che sbocciano e cioccolato che si scioglie – la Pasqua è questo: una dolce, frivola e elegantissima scusa per lasciarsi incantare.