Inderè Bar Bistrot… E cosa significa Inderè? In dialetto carlofortino, significa “indietro”, ma non nel senso di tornare indietro nel traffico o nei pensieri! No, si tratta di un ritorno nel tempo, a quando la vita era più semplice, più genuina, a quei momenti in cui i sapori erano autentici, il tempo sembrava più lento e ogni cosa veniva fatta con amore. E proprio da questo concetto di ritorno nasce il sogno di Inderè.
Per anni, i proprietari hanno vissuto a Milano, una città che ha dato loro tantissimo: esperienze, opportunità, incontri. Ma c’era sempre un pensiero ricorrente: "Vogliamo rallentare, tornare in un luogo dove la vita sa di mare, di vento, dove ogni giorno è fatto di gesti semplici e autentici." Così, un bel giorno, hanno preso una decisione: "È ora di trasferirci in Sardegna". Hanno lasciato il frastuono della città per ritrovare il silenzio delle onde, il profumo della focaccia appena sfornata e l’atmosfera accogliente di un bistrot dove ogni dettaglio racconta una storia.
Nasce Inderè, il loro rifugio, che vogliono ora condividere con tutti. Ogni momento della giornata ha il suo sapore. La giornata comincia con il profumo del caffè e delle torte che escono dal forno. Ogni mattina preparano muffin, biscotti e croissant freschi da farcire al momento con marmellate bio o crema pasticcera al limone, ancora calda, proprio come la facevano le nonne.
Per chi preferisce il salato, ci sono il classico toast con cotto e fontina, la pizzetta sfoglia artigianale, ma anche l’avocado toast con crema di formaggio alle erbe, oppure le uova, servite come piacciono a loro: strapazzate o al tegamino, con guanciale croccante e pecorino sardo. Insomma, la colazione è un piccolo capolavoro!
A pranzo e a cena, il menù è essenziale, ma sempre fresco e ispirato alle stagioni. Tra gli snack, non può mancare il grande classico: pane, burro e acciughe, il gusto di una volta che non stanca mai. Poi, i piatti scelti con cura: battuta di fassona con senape in grani, tuorlo d’uovo e crostini di focaccia croccante, o il tataki di tonno con tosta di semi di papavero e riduzione di soia. Poi ci sono i “padellini”, la focaccia a lunga lievitazione, croccante fuori e morbida dentro, servita a spicchi o farcita con abbinamenti che raccontano qualcosa di loro. Tra i più amati dai clienti: il "Porchetto", un pulled pork con pecorino sardo fuso e cipolla caramellata, o i “Gamberi” crudi con stracciatella, salsa di soia e mandorle tostate.
E quando arriva il momento dei dolci, ci sono il tiramisù, proprio come lo facevano le mamme, e la Coppetta: una crema al mascarpone con crumble di brioche e un pizzico di sale Maldon, giusto per esaltare ogni singolo sapore.
Per quanto riguarda le bevande, c’è una selezione di vini provenienti da diverse regioni, scelti con passione, e cocktail classici, preparati con calma, senza fretta. Perché, a Inderè, ogni cosa è fatta con tempo e attenzione.
Inderè non è solo un bistrot, è anche un viaggio nel tempo. Ogni angolo del locale ha una sua storia. I proprietari hanno girato mercatini a Milano e Parigi, alla ricerca di dettagli che parlano di passato: tazzine di porcellana, piatti che sembrano appartenuti a nonne e zie, tavolini che potrebbero venire da un bistrot parigino. C’è anche un grande banco, ricoperto di cementine originali, recuperate dalle case di Carloforte, il paese di Mirko.
Dentro, ci sono solo 20 posti. Pochi, perché vogliono che ogni ospite si senta speciale, coccolato. La luce è soffusa, la musica in sottofondo… quando si varca la soglia di Inderè, si vuole che gli ospiti si sentano subito a casa.
La storia dei proprietari? È come una fiaba. Si sono conosciuti nel 2016, in un piccolo bistrot in Sicilia. Paula lavorava lì, Mirko era appena arrivato per la stagione estiva. Bastò uno sguardo e una chiacchiera tra un servizio e l’altro per capire che non si sarebbero mai separati.
A settembre, Paula ha preso il coraggio di lasciare tutto per seguire Mirko a Milano. E otto anni dopo, nel 2023, si sono sposati a Carloforte, il paese di Mirko. Poco dopo, è successa una cosa che sembrava davvero destinata a loro: hanno scoperto che il locale dove oggi si trova Inderè si stava liberando. Non ci hanno pensato due volte: sono tornati sull’isola, hanno preso il locale e in cinque mesi hanno costruito il loro sogno, con le loro mani e tanto cuore.
Oggi, sono pronti ad accogliere chiunque voglia sentire il calore di Inderè. È la loro casa. E vogliono che diventi anche la casa di chiunque varchi la porta.







