Mi fido.
Due parole piccole, che scivolano leggere come un soffio di vento sulla pelle, ma che racchiudono un mondo intero.
Perché fidarsi non è un gesto tecnico, non è un calcolo, non è una firma in calce a un contratto. Fidarsi è sentire.
È la sensazione sottile e preziosa che ci fa abbassare le difese. È come poggiare il cuore sul palmo di qualcuno, ad occhi chiusi, e restare lì. In attesa, ma sereni.
Mi fido è quel momento in cui smetti di trattenere il fiato. Quando lasci che l’altro ti veda per intero, con le tue fragilità, le pieghe stropicciate della giornata, i pensieri che non hai ancora trovato il coraggio di dire.
Non ha bisogno di grandi parole, la fiducia. Si insinua nei gesti più semplici: in uno sguardo che non giudica, in una mano che resta ferma quando il mondo trema, in un silenzio che non pesa.
E come ogni sentimento vero, non è eterna per diritto. Si coltiva, si ascolta, si rispetta. Fidarsi è un atto di coraggio discreto, una poesia che si scrive in due, senza mai alzare la voce.
Quindi sì, mi fido. E ogni volta che lo faccio, mi ricordo che è un atto gentile, ma potente. Un sentimento che danza tra il cuore e la pelle, tra la memoria e il presente.
E tu, oggi, di chi ti fidi?